con Sandro Franciosi, Antonio Silvestri, Ciro Vigoriti
FOTOGRAFIE
Giovanni Giannarelli
con i ragazzi del Laboratorio Fotografico
GRAFICA
Corrado Nocchi
Chiusa nel dolore, Elettra si consuma senza nozze e senza figli, serva nella casa che fu di suo padre, dove come un'estranea vive sola nel ricordo di Agamennone e solo nel proposito di vendicarne la morte, punendo gli usurpatori: un baratro di incomunicabilità la separa dalla madre Clitennestra, colpevole dell’omicidio assieme all’amante Egisto; non comprende, incompresa, le ragioni della sorella Crisotemi; lamenta l’assenza del fratello Oreste e, mentre c’è chi se ne allieta, ne piange in un gelido lutto la presunta morte. È dopo il ritorno di lui sotto mentite spoglie e il riconoscimento tra fratelli di sangue, che prende corpo nel matricidio l’odio da lei lucidamente covato, quel sentimento atavico che, dal mito di un dramma di Sofocle ai drammi della realtà odierna, incarna l’eterna incapacità dell’uomo di percorrere altre strade per porre fine ai conflitti.